Si può trasformare un cimelio della fu Jugoslavia in un prodotto alla moda su scala internazionale? Nella “città martire” di Vukovar, assediata per tre mesi nel 1991, teatro di una violentissima battaglia tra croati e reparti dell’allora esercito federale jugoslavo e da allora simbolo della guerra, c’è chi ci sta provando. I dipendenti della Borovo, la storica marca di scarpe dell’epoca titina, hanno appena presentato la loro ultima collezione. L’obiettivo? Sedurre i ventenni e fare di quest’impresa vecchia di quasi un secolo il nome più in voga del momento.
«In Croazia e nei Balcani le persone sono molto affezionate alla Borovo, ma al tempo stesso la considerano una firma démodé e poco al passo coi tempi», spiega la responsabile marketing Jasmina Matisa, arrivata a Vukovar meno di un anno fa. Ex dipendente di Unilever, Matisa coordina ora la rinascita commerciale del brand. «A metà aprile abbiamo lanciato la nuova collezione di ballerine e a breve presenteremo le nuove Startas, le nostre scarpe da tennis colorate», annuncia Matisa. Simili alle Converse americane, queste scarpe sportive sono disegnate per il pubblico più giovane, che di rado entra in un negozio Borovo. «Le vecchie collezioni di calzature in cuoio nero figurano ancora tra i nostri modelli più venduti – prosegue Matisa – ma la tendenza si sta invertendo: in due anni abbiamo triplicato la produzione di Startas».
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Borovo scarpe di Tito?!?!?
Cosa c’entra Tito e Borovo???
Ciao Gianni! Sì è una forzatura tipica dei titoli (che come sai, non dipendono da noi). Penso che l’idea sia: “di Tito” = “jugoslave”. Quindi un semplice modo per ricordare la paternità di Borovo, storica impresa jugoslava. Grazie per il tuo contributo! Giovanni